Continua il giro di interviste in vista della partenza dei campionati di A1 e A2. Oggi è il turno della Cv Skating, che parla per bocca dei suoi dirigenti:
La stagione è alle porte. Che novità ci sono nella vostra società?
“Da quando siamo nati abbiamo sempre avuto problemi non imputabili alla nostra volontà, principalmente sull’impianto. Anche quest’anno partiremo fra mille incognite e senza alcuna certezza. A breve il Comune di Civitavecchia dovrebbe indire un bando per la gestione della struttura comunale e noi parteciperemo sapendo di avere buone possibilità di vincere. Questo comporterà però un enorme esborso economico ed almeno 2-3 mesi di attività arrangiata. Speriamo sia l’ultimo anno in cui siamo costretti a partire senza alcuna certezza. Abbiamo chiesto alla Lega di metterci le prime partite tutte fuori casa per evitare un ulteriore salasso giocando in casa a Roma. Speriamo la nostra richiesta venga accolta e che si parta il più tardi possibile”.
Quali sono gli obiettivi stagionali?
“Dal punto di vista sportivo, far giocare i giovani, che include sia il migliorare i nostri talenti sia il lanciare i tanti ragazzi che si sono affacciati da poco in questa realtà e quindi ancora scarsi tecnicamente. Vincere o perdere ha poca importanza in questa fase di transizione dell’hockey in line nazionale: l’A2 così ha poco senso e anche arrivando ultimi non si retrocede mai, anzi, bisogna pregare le squadre per arrivare a 8. Per chi come noi non ha chance di andare in A1 ha senso solamente ragionare in ottica futura e quindi rinunciare a qualche vittoria oggi per costruire la squadra del domani. Dal punto di vista societario la priorità è l’impianto, grazie al quale speriamo nel prossimo futuro di lanciare alla grande il settore giovanile, come quantità e come qualità. Anche perchè senza impianto è difficile immaginare un futuro roseo per il nostro club”.
Quali le novità in formazione?
“Confermiamo in blocco il roster della scorsa stagione, composto da tutti civitavecchiesi escluso Moisè che viene a sue spese da Fregene (60km) e che ringraziamo. Proveremo a coinvolgere sempre di più i classe 1998 che sono ancora acerbi ma che devono assaggiare l’aria della prima squadra, a partire dagli allenamenti”.
Cosa pensate dell’attuale momento globale dell’Hil e cosa si può fare per migliorarsi?
“Bisogna assolutamente prendere atto della situazione del nostro sport e dell’Italia in generale. Fino ad oggi a ragionare c’erano teste che provenivano da un altro sport, l’hockey pista, e quindi ragionavano su delle basi che non appartengono all’hockey in line. Bisogna investire sulla quantità, in modo un domani da poter fare qualità. Crediamo che si debba applicare una pesante “deregulation” perchè esistono alcune regole che proibiscono di giocare invece di incentivare. Nella nostra realtà per esempio, l’obbligo del secondo portiere in A2 ci porterà a far fare “simpatiche passeggiate” in alcune occasioni ai giovani del vivaio o a dei dirigenti, costretti a sorbirsi magari 1000 km di pulmino per rispondere ad una regola ottusa. Anche gli obblighi della B e le pesanti multe ci porteranno a far iscrivere addirittura due squadre in Uisp probabilmente piuttosto che una seconda squadra in B. Non possiamo permetterci costi onerosi e non possiamo permetterci di non far giocare chi si allena con noi. Il campionato Uisp a tal proposito risponde pienamente alle nostre esigenze”.