Domani, sabato 13 giugno, a Bologna si terrà una riunione di Lega. Solitamente negli anni passati questo era il momento in cui i club si confrontavano e discutevano degli eventuali cambiamenti all’organizzazione dei campionati di A1 e A2 che desideravano per la stagione seguente.
Chi ha seguito però le vicende dello scorso anno non può non ricordare il terremoto che ci fu, con la Lega che rinunciò al suo incarico di organizzatrice di campionati e le società che dovettero iscriversi in Federazione e poi associarsi facoltativamente alla Lega (in precedenza la “quota campionato” la si pagava in Lega, dove l’iscrizione per team di A1 e A2 era obbligatoria), in un secondo momento tornata sui suoi passi e di nuovo responsabile dell’organizzazione dei campionati.
Dopo un anno, diverse riunioni e i primi Stati Generali dell’hockey in line (tenutisi a novembre 2014 a Verona), si è chiacchierato tanto ma concluso praticamente nulla. I problemi sono rimasti tutti là dove erano e le tante proposte o dubbi sollevati non sembra che finora abbiano preso la strada dell’attuazione.
E su questo lassismo (e con il consigliere federale Brancaccio colpevolmente inascoltato da chi di dovere) si è arrivati alla riunione di Lega. Di cosa si discuterà? Impossibile avere notizie ufficiali visto che sul sito della Lega non c’è neanche una riga, così come sulla pagina Facebook preposta. Da voci di corridoio pare che si debba decidere solamente sullo statuto della Lega (diventerà forse finalmente obbligatorio la pubblicazione del bilancio?) ma la grossa curiosità si sposta sui numeri.
Sempre da voci ufficiose, pare che per l’hockey in line siano iscritte solamente 8 squadre fra A1 e A2 (in A1 mancano Molinese, Monleale e Trieste, in A2 è iscritta solo Piacenza) mentre, comprese le società di hockey pista, le aventi diritto al voto sarebbero 24.
Facendo due rapidi calcoli quindi, nell’hockey in line 8 squadre su 18 (se diamo per buono il ragionamento degli scorsi anni per cui avevano diritto al voto solo le squadre di A1 e A2): un numero inferiore alla metà di coloro che hanno diritto a partecipare alla A1 e alla A2 per il prossimo anno. Numeri ancora più ridicoli se calcoliamo le squadre partecipanti ai campionati di B, Promozionali e Uisp; 8 squadre non possono decidere per tutti.
A questo punto, ma il dischetto passa nelle stecche delle società, le non iscritte alla Lega potrebbero anche decidere di associarsi fra loro ed avere quindi una maggioranza rispetto a quelle iscritte alla Lega “ufficiale”, sempre che nella riunione di domani non ci siano altre fughe visto che le 8 rimanenti non sono di certo tutte entusiaste dell’operato dell’ente.
A prescindere dai numeri rimane però un ragionamento alla base: ha senso che la Federazione paghi (se non andiamo errati) 52mila euro l’anno alla LNH per la gestione dei campionati (fare i calendari e gestire il sito)?
Non si potrebbero internalizzare anche i servizi esistenti, risparmiando sui costi ed aumentando l’efficienza?
Ha senso, dopo decenni di lamentele e disservizi, continuare a mantenere una Lega che ormai non soddisfa praticamente più nessuno?
Il nostro portale crede che sia giunto il momento di una svolta e che agli Stati Generali gli addetti ai lavori si siano espressi in maniera chiara, con l’intervento più eloquente fatto da Tessari del Milano. Ora sta ai club e soprattutto al presidente della Federazione Sabatino Aracu, passare dalle parole ai fatti, togliere di mezzo dall’hockey in line una Lega che non è più rappresentativa della volontà delle società (l’hockey pista facesse ciò che vuole) e riorganizzare il tutto secondo logiche più moderne, lungimiranti e democratiche che possano far fare il famoso salto di qualità atteso da anni ma ancora non arrivato.
Per chi volesse curiosare un po’, qui il bilancio della Federazione:
http://www.fihp.org/la-federazione/bilanci.html