L’estremo difensore classe 1992 ha meravigliato tutti con le sue prodezze contro Milano. Ad hockeyinlineitalia.it ha parlato a 360° della sua carriera, dei suoi sogni e del “pendolarismo” fra ghiaccio ed in line.
di RICCARDO VALENTINI
E’ stato uno dei grandi protagonisti del primo match ufficiale dell’anno di hockey in line: parliamo di Daniele Facchinetti, giovane portiere del Cittadella (classe 1992) che con i suoi grandi interventi è riuscito a limitare il passivo dei veneti, usciti sconfitti dal Quanta Village “solamente” per 3-1 (1-0 il primo tempo) nella finale di Supercoppa Italiana di sabato.
Hockeyinlineitalia.it lo ha intervistato in esclusiva:
Con il passare degli anni si sta confermando sempre più una certezza del panorama di in line italiano. Dove nasce sportivamente Daniele Facchinetti?
“Sono nato sia fisicamente che hockeysticamente a Bolzano, dove ho fatto il percorso delle giovanili nell’hockey ghiaccio. Con la mia città ho vinto tre campionati giovanili e sono arrivato quattro volte secondo, più diversi terzi posti. A Bolzano non c’è hockey in line se non a livello prettamente amatoriale ed allora la mia prima esperienza con le rotelle è stata a Padova quattro anni fa, quando passammo dall’A2 all’A1. L’anno dopo poi arrivammo in finale di play off da neopromossi: un cammino ricco di soddisfazioni”.
Hockey ghiaccio ed hockey in line. Come riesce a far coincidere i due impegni?
“Studio all’università a Trento e gioco sul ghiaccio a Pergine, in serie B. Quando gli impegni non coincidono faccio entrambi i campionati, quando invece i match sono in contemporanea devo andare sul ghiaccio in virtù di un contratto che ho firmato. Anche la settimana scorsa per esempio ho giocato al venerdì in campionato con il Pergine, e al sabato ad in line con il Cittadella. Lo stesso succederà questa settimana”.
Per un portiere non è difficile adattarsi a questo continuo passaggio fra lame e rotelle?
“Più che altro è difficile a livello psicologico perchè la più grande differenza fra un portiere di in line e di ghiaccio sta nell’atteggiamento. Sul ghiaccio si scivola molto, ad in line bisogna essere più concentrati sulla posizione. Io non ho molti problemi sinceramente: mi basta il riscaldamento per adattarmi al cambio di hockey”.
Contro il Milano la sua squadra ha sofferto parecchio. E’ stata la partita che si aspettava?
“Il Milano ha una corazzata formata da talento ed esperienza che è davvero difficile da battere. Hanno un potenziale notevolmente superiore e a livello sportivo la loro vittoria è stata meritata. A Cittadella però ho trovato un gruppo splendido che mi ha accolto a braccia aperte: a mio avviso abbiamo pagato lo scotto della tensione ma la stagione è lunga e sono convinto che miglioreremo di molto. I play off sono un obiettivo ambizioso ma alla nostra portata”.
In estate è arrivata la chiamata per diversi raduni di selezione con la Nazionale di roller. Poi il ct Rela ha scelto ancora Alberti e Antinori. Ci crede nella convocazione ad un Mondiale senior?
“Ho già giocato nella Nazionale di in line a Varese 2009 e Roccaraso 2011, con la Nazionale junior però. Sono stato onorato della chiamata di Rela per i raduni, il ct lo ho avuto già a Padova e quindi mi conosce. Evidentemente crede in me e ciò mi lusinga. Alberti ed Antinori attualmente sono il meglio che c’è sulla piazza ma io voglio lavorare sodo per farmi trovare pronto. Giocare nella Nazionale senior è per ogni atleta un sogno”.
Rispetto ad altri suoi colleghi che passano dal ghiaccio all’in line si nota molto più attaccamento al mondo del roller. E’ così?
“Ogni volta che entro in campo dò sempre il mio massimo, non sto a pensare alla disciplina che affronto. Con l’in line ho iniziato quattro anni fa ed ho avuto molte soddisfazioni, speriamo ne arrivino altre ancora”.