Una decisione che ha del clamoroso e che ha scosso il mondo dell’hockey in line: d’altronde non poteva passare sotto traccia la decisione del collegio di garanzia del Coni chiamato ieri a pronunciarsi sul ricorso del Milano avverso le decisioni degli organi di giustizia di FIHP che in due diversi gradi di giudizio li avevano condannati a ben 6 sconfitte a tavolino per l’ormai famoso caso Franko (l’atleta doveva scontare una giornata di squalifica rimediata come allenatore alle finali nazionali giovanili dello scorso anno, ma mai comunicata per mail).
La decisione del CONI, che ha ri-omologato tutti i successi dei rossoblu di questa stagione, si può leggere cliccando QUI
Non ha potuto che esultare il Milano Quanta, che sul proprio sito titola “Giustizia è fatta“.
“La Commissione di Garanzia del CONI ha ribaltato secondo logica le due sentenze a noi sfavorevoli, espresse dalla Giustizia della FIHP – afferma patron Quintavalle – se da un lato non possiamo che apprezzare la serietà, la competenza e l’indipendenza dimostrata da tale Commissione di Garanzia rispetto al potere politico, dall’altro non possiamo che confermare l’assoluta nostra convinzione che la FIHP non sia assolutamente all’altezza del suo ruolo né per uomini né per regolamenti per permettere lo sviluppo del nostro movimento, né che sia gestita secondo modalità di trasparenza e correttezza”.
Sui social, e soprattutto sulle nostre pagine Facebook, sono fin da subito, ossia le 20 circa di ieri, partite anche aspre discussioni fra chi condivide l’esito finale della questione e chi invece non ha ben digerito la decisione del CONI. I più fantasiosi si sono anche lanciati in pesanti accuse, secondo le quali Milano avrebbe comprato gli organi di giustizia e il reingresso in final Six di Coppa Italia di A1.
“È normale siano scaturite discussioni; questi confronti potrebbero essere utili purché si tengano toni pacati e costruttivi – afferma il dt Tessari, sempre sul sito del Milano – senza la piena conoscenza dei fatti, le polemiche e le critiche fini a se stesse sono sterili e non servono a nessuno. Se qualcuno insinuasse che abbiamo avuto dei favoritismi rispondo che ci siamo semplicemente serviti di strumenti che i regolamenti federali e il CONI mettono a disposizione. Ripensando al passato si prova dispiacere nel ricordare le analoghe vicende subite dalla Molinese che però, per sua scelta, ha deciso di non fare ricorso”.
LA NOSTRA OPINIONE
Giustizia è fatta è un buon riassunto della situazione. Dare 6 partite perse ad un club perchè un giocatore aveva una sola giornata residua, va contro una regola non scritta in nessun regolamento, quella del “buon senso”. Specie quando chi di dovere si scorda di avvisare le società delle squalifiche, chi di dovere si scorda di far prontamente intervenire gli organi preposti quando uno squalificato entra in campo e quando chi di dovere si accorge dei fatti solamente dopo una segnalazione che arriva da terzi.
Ne avevamo già parlato in quest’articolo: https://www.hockeyinlineitalia.it/caso-franko-di-chi-sono-le-responsabilita/
Non sono bastati i dolorosi precedenti, vere e proprie batoste per la credibilità dei campionati. Dopo che tali pesanti inefficienze hanno mietuto troppe vittime (Molinese, Monleale, Torino) alla fine ci è voluto un club strutturato in maniera più solida e con una copertura economica e legale alle spalle, per far rendere conto l’ambiente delle assurdità maturate negli ambienti FIHP.
Dopo questa figuraccia epocale ci dovremmo aspettare per coerenza e dignità diverse dimissioni: da parte della giustizia sportiva, che ha preso in due diversi gradi e più volte nel tempo delle decisioni sbagliate, e da parte del responsabile ufficio campionati, che come dice il nome stesso della carica non è stato in grado di garantire un corretto svolgimento degli stessi.
Ma siamo in Italia e con forte probabilità tutti rimarranno tranquillamente seduti sulla propria poltrona. Ci si augura che almeno questo schiaffone morale serva ad evitare che per la quinta volta in appena 2 anni questi clamorosi scivoloni vengano ripetuti.