Continua a far pesantemente discutere l’operato del giudice sportivo per quanto riguarda l’hockey in line.
E’ ancora fresca nella memoria la figuraccia rimediata dalla FIHP dal ricorso al Coni del Milano che ha di fatto sancito la non correttezza dell’operato del giudice federale e riabilitato la squadra meneghina in campionato (e conseguente vittoria della Coppa Italia di A1), che arrivano altre decisioni che fanno discutere, a pochi giorni di distanza dalla presa di posizione del presidente federale Sabatino Aracu secondo il quale era evidente che sicuramente qualche meccanismo fosse da mettere a punto.
GALEOTTO FU FACEBOOK
A fine gennaio, partendo da discussioni sul social network Facebook, il dirigente del Monleale Diego Faravelli ed il presidente del Polet Trieste Samo Kokorovec vengono “richiamati all’ordine” dal giudice sportivo che dopo aver raccolto le memorie difensive dei due dirigenti ne constata un atteggiamento fuori dalle norme e lo inoltra alla Procura Federale per i provvedimenti del caso.
Tralasciando il fatto che sulla precisa identità di chi scrive sui social network c’è ancora un’ampia zona d’ombra nella giurisprudenza (chi può dire con certezza che con il profilo di Diego Faravelli per esempio non abbia scritto un figlio, un parente, la moglie, la donna delle pulizie o qualcun altro?) e che quindi ci sarebbe un grosso lavoro per avvocati, viene da chiedersi: a chi giova tutto ciò?
Punire l’affermazione di un dirigente secondo cui un arbitro sarebbe un incapace (non quindi corrotto, colluso o altro, ma semplicemente non capace) ci sembra davvero assurdo. Una censura all’opinione. Un’esclusione di diritto di critica che ricorda tempi di certo non felici per il nostro paese. Un arbitro può essere un incapace, così come può esserlo un giocatore, un allenatore, un dirigente.
Si attende l’esito finale della vicenda, l’eventuale pena comminata e l’eventuale ricorso delle controparti. La nostra netta sensazione è che il giudice sportivo avrebbe ben altro di cui occuparsi che delle chiacchiere Facebook, specie quando il dissenso viene espresso comunque in maniera aspra ma civile.
IL DERBY ROMA – CIVITAVECCHIA: BASTONATE MENO GRAVI DI PUGNI
A far discutere poi è stata anche l’accesa partita fra Mammuth Roma e Cv Skating: nel corso dell’incontro diversi i duri contrasti, spesso oltre il limite della regolarità (da ambo le parti).
Due le espulsioni definitive: una a Riccardo Fratalocchi (Roma), reo di colpire ad altezza testa volontariamente un avversario con il bastone, una a Damiano Mercuri (Civitavecchia), reo di rifilare un destro stile pugilato ad un avversario.
Incredibilmente diverse le giornate di squalifica, 5 per Mercuri a causa di
“Espulso definitivamente, in quanto dava due pugni in viso (in realtà si tratta di uno, ndr) al giocatore avversario procurandogli una leggera abrasione”
mentre 4 per Fratalocchi
“Espulso definitivamente, in quanto in maniera violenta dava due bastonate sul casco dell’avversario”.
La decisione crea un pericolosissimo precedente: da domani infatti gli allenatori di hockey in line potranno insegnare ai propri giocatori ad usare il bastone durante colluttazioni visto che a quanto pare per il giudice sportivo, figura professionale evidentemente totalmente ignara delle tradizioni e dei costumi dell’hockey, non considera ciò un’aggravante.
Dare un cazzotto o una bastonata all’avversario è quindi, secondo il giudice, sostanzialmente lo stesso: esso ignora l’enorme pericolosità di questa decisione e dei gravi danni che potrebbe arrecare l’uso del bastone come un’arma durante delle risse, specie se usato ad altezza volto.
Gli allenatori delle varie squadre potranno dire ai propri atleti da domani, che in caso di colluttazione potranno anche prendere a bastonate sul casco l’avversario. Sarà la stessa cosa che dargli un pugno, anzi, persino meno grave.
LE REGOLE DELLA COLLUTTAZIONE
Per chi fosse ignaro degli usi e costumi dell’hockey, c’è Wikipedia ad aiutarlo (clicca QUI per leggere la voce dedicata).
Il libro delle regole dell’NHL e di altre leghe professionali contiene specifiche regole per la colluttazione. Queste prevedono che all’inizio della contesa entrambi i giocatori debbano gettare le loro stecche per non usarle come armi. I giocatori devono anche scrollarsi di dosso i loro guanti per combattere a mani nude in quanto la pelle o la plastica dei guanti potrebbe aumentare l’effetto dei colpi. I giocatori devono anche ascoltare l’avvertimento dell’arbitro di terminare la lotta una volta che sono stati separati. Il mancato rispetto di queste regole genera immediatamente una penalità partita e la possibilità di multe e squalifiche per le gare future”.
IL VIDEO MANCANTE
Il video di tutta la partita è in possesso dei Mammuth Roma che hanno deciso di postare on line sul gruppo Facebook “Hockeyinlineitalia chat” solamente l’episodio in cui Mercuri prima commette fallo, poi viene scalciato mentre è per terra e poi reagisce violentemente contro l’avversario.
Non è stato invece messo on line l’altro episodio, avvenuto cronologicamente solamente pochi minuti prima nell’arco della stessa gara.
GLI EPISODI SIMILI
Se poi si passa alla serie A1, il metro di giudizio è ancora diverso perchè una colluttazione Simunek – Covolo avvenuta in Coppa Italia (rivedibile QUI al 1.18′.40”) costa ai due giocatori solamente 2 giornate di squalifica, anche se le circostanze sono evidentemente meno gravi.
Se passiamo alla serie B invece, per completare il quadro, sempre un cazzotto costò al giocare del Montebelluna Salvaneschi 8 giornate di squalifica e relativa multa pecuniaria.
1 Comment
Matteo
18 Febbraio 2016 at 22:00l’importante è stare sempre in silenzio e nn commentare mai
magna e tasi…..
(mangia e stai zitto)
come poco meno di 100 anni fa….