Solamente pochi giorni fa avevamo pubblicato l’intervista a Giuseppe Tavano, campione di Spagna con il Rubi Cent Patins. I portieri italiani però a quanto pare sono vincenti in tutta Europa, ed oggi allora abbiamo intervistato un personaggio storico dell’hockey in line italiano, Jean Baptiste Dell’Olio, vincente come secondo portiere di campionato e coppa di Francia con il Rethel.
Pochi giorni fa ha vinto un altro scudetto, che emozioni si provano?
“Si prova un’emozione indescrivibile ogni volta. Dopo un anno di duro lavoro vincere lo scudetto è un mix di felicità e lacrime”.
Quanti e quali sono i trofei nella sua carriera?
“Quattro titoli Nazionali, divisi in: 1 Italia (Milano 24), 1 Spagna (Maiorca), 2 Francia (Rethel). Una Coppa Italia (Milano24), una Coppa di Francia (Rethel)”.
Lei che ha vinto in tutti e tre i principali campionati europei, può riassumerci le differenze? Quale è il più difficile?
“Difficile rispondere a questa domanda perché l’in line evolve e rispetto a Milano (1999) e Maiorca (2008) e Rethel (2014 e 2015) l’evoluzione di questo sport è stata enorme e radicale, dalle regole al gioco. Però sinceramente il campionato francese credo sia di un ottimo livello e il Rethel di quest’anno è il team più forte che sia mai esistito. Questo non solo a parere mio, basta ascoltare l’intervista dopo la finale di Tijou dove dice che sono anni che gioca a in line ma che mai aveva visto un team così forte.
Le differenze, le maggiori, credo siano nelle strutture finanziarie e non delle società, dei campionati, dalle giovanili all’Elite (Poussin, Benjamin, Minime, Cadet, Junior, Loisir, Régional, National 4, National 3, National 2, National 1, Elite), i molti ottimi stranieri e il buon marketing fatto dalle società per vendere questo sport.
Sicuramente il più equilibrato e difficile è quello francese”.
Come è andata la stagione al Rethel? Come è stato il vostro cammino ai play off?
“Bene, abbiamo vinto! Nella stagione regolare 17 vittorie e 1 sconfitta. Nei play off 4 vittorie e Campioni di Francia. E in abbiamo vinto la coppa di Francia. Che chiedere di più?”.
Oltre a fare il secondo portiere, quale è stato il suo ruolo in società? Ne è soddisfatto?
“Sono anche direttore tecnico di tutto il settore giovanile e della seconda squadra. Organizzo gli stage di perfezionamento con Patrik Sebek. Lavoro anche in collaborazione con il comune di Rethel per programmi scolastici nel dopo scuola e manifestazioni varie. Tanto lavoro ma soddisfatto”.
Cosa pensa del campionato e del movimento italiano?
“Mi capita di guardare qualche partita del campionato Italiano série A e di documentarmi sui lavoirs voltige per i giovanile….Credo Che i dirigenti e i vari staff stiano lavorando nel senso giusto sopratutto a Livello Giovanile con i vari stage e ottimi Coach.Sperando di poterne far parte un giorno”.
Quali giocatori nel campionato francese l’hanno particolarmente colpita?
“Tanti, troppi forse. Sebek, Simo, Cripps, Sigmund, Brabec, Fiala, Cik, Foot, Gabillet, Lapresa”.
Cosa pensa dei club italiani? In cosa dovrebbero imparare dai francesi e viceversa?
“Veramente credo che le cose stanno cambiando in Italia e che i nuovi staff e dirigenti si stanno muovendo nella giusta direzione. Qui ci sono tantissime squadre, per esempio nei campionati giovanili Benjamin ci sono 67 squadre, minimo 58, in Italia credo arrivino circa alla metà”.
Saluti i nostri lettori.
“Grazie a hockeyinlineitalia e a Riccardo per questa intervista. Grazie a tutti i membri del Rethel, un saluto a tutti gli appassionati di questo sport. Forza azzurri e azzurrini”.