In gara 1 di finale scudetto, vinta 5-2 dal Milano sul Monleale, si è rivista in campo una vecchia conoscenza dell’hockey in line italiano, il sempreverde Enrico Dorigatti. Da tanti anni il bolzanino arriva per le fasi calde della stagione, dopo aver chiuso i suoi impegni con l’hockey ghiaccio, ma la sua ormai decennale esperienza nelle partite che contano di roller gli consentono di calarsi subito nella realtà dell’in line ed essere subito decisivo.
Gli abbiamo rivolto qualche domanda:
Ancora una volta è arrivato per la finale, come è mettersi le rotelle e trovarsi subito nelle fasi caldissime della stagione?
“Dal punto di vista tecnico arrivare per le partite più importanti del campionato sicuramente non é la cosa più semplice. Il tempo per abituarsi ai movimenti sulle rotelle é pochissimo, giusto il tempo di qualche allenamento e ci si trova subito a dover disputare incontri di alto livello. Le caratteristiche della pista del Quanta Village per fortuna semplificano il passaggio. A livello emotivo invece é bellissimo. Sono sempre stato una persona competitiva e non c’è nulla di più bello che giocare partite di finale”.
Come trova questo Milano? Che finale sarà con il Monleale?
“Milano Quanta é una squadra di alto livello, che può contare su 16 giocatori e più in grado di competere ai massimi livelli. Avendo vinto gli ultimi scudetti ha dalla sua sicuramente esperienza e consapevolezza dei propri mezzi. La finale con Monleale sarà combattuta. Loro hanno una squadra più giovane con tanta voglia di fare. La società ed i giocatori approdano per la prima volta ad una finale e quindi cercheranno di fare di tutto per portare a casa l’intero bottino. Ci sarà sicuramente da pattinare”.
Quale è il vostro valore aggiunto? Ha trovato subito l’intesa con i compagni?
“Come dicevo prima il nostro valore aggiunto è l’esperienza. Molti di noi hanno alle spalle molti scudetti e anni di Nazionale. Sicuramente dal punto di vista emotivo subiamo meno la tensione di una finale. Per quanto riguarda i compagni l’intesa é semplice, con alcuni di loro gioco ormai da anni in squadre di club o in nazionale, tutti gli altri ho avuto modo di conoscerli la scorsa stagione”.
“Purtroppo quest’anno dovrò rinunciare alla possibilità di disputare i raduni di preparazione e selezione per la nazionale. I motivi sono legati al lavoro. Senza ombra di dubbio mi mancheranno molte cose legate alla nazionale italiana. Mi mancheranno le emozioni, i week end di preparazione, la maglia azzurra, l’inno nazionale prima delle partite. Quello che mi mancherà più di tutto però saranno sicuramente i compagni e lo staff. Il clima che si vive a partire dai raduni fino alla fine del mondiale é sempre stato speciale. Con alcuni di loro, durante tutti questi anni, si sono instaurati legami forti e il fatto di non poter competere insieme per raggiungere quel sogno che tutti noi abbiamo da una vita mi rammarica. Ci tengo comunque a fare un grandissimo in bocca al lupo a chi continuerà a rincorrere quel nostro grande sogno”.