Arriva dall’hockey in line una delle stelle dell’NHL di oggi. Stiamo parlando di T.J. Oshie, fenomenale centro dei Washington Capitals e della nazionale di hockey su ghiaccio statunitense. Questa la storia della sua carriera, dagli inizi nell’inline fino allo sbarco nella massima Lega a stelle e strisce. Oggi T. J.
Oshie è una delle stelle più luminose del firmamento NHL. Entrato nella Lega una decina di anni fa, scelto al primo giro del draft alla posizione numero 24, l’attuale centro dei Capitals ha iniziato la sua carriera sportiva con l’hockey in line. Due le esperienze nell’inline prima del definitivo passaggio al ghiaccio: i tre anni con la WA Washington Stars e il successivo periodo nei Sioux Falls Stampede all’USHL. Poi il passaggio nella squadra dell’Università del North Dakota: tre anni in cui Oshie si dedica esclusivamente al ghiaccio e si fa conoscere e apprezzare dagli scout NHL che lo chiameranno con la ventiquattresima chiamata assoluta nel draft 2005.
Grandissimo talento fisico e fenomenale “hitter”, Timothy Leif “T.J.” Oshie nasce a Mount Vernon (stato di Washington) il 23 dicembre 1986. Dopo le prime esperienze su pista si trasferisce in Minnesota nella cittadina di Warroad, soprannominata “Hocheytown USA”, vero e proprio luogo di culto dell’hockey su ghiaccio statunitense.
Gli anni a Warroad come membro dei Warroad Warriors segneranno il decisivo passaggio dalla pista al ghiaccio. Grazie al suo talento, T. J. non solo riesce a ritagliarsi uno spazio importante nella squadra, ma aiuta i compagni a vincere due Tornei Statali.
Le prestazioni alla High School sono così convincenti che nel 2005, anno precedente all’inizio della carriera universitaria, Oshie viene selezionato al primo giro dell’Entry Draft NHL. Se la chiamata al piano superiore era pressoché scontata vista la dose di talento a disposizione, fu la selezione subito al primo giro – cui non credevano nemmeno le previsioni degli esperti – a sorprendere lo stesso T. J., visibilmente emozionato nelle interviste post draft rilasciate alla NBC.
Gli anni al college saranno indimenticabili. Scelta l’Università del Nord Dakota, il giocatore di Washington rimarrà con i compagni di ateneo una stagione in più rispetto alle previsioni per tentare di vincere il titolo nazionale. Una scelta, quella di ignorare le sirene e i guadagni della NHL per cercare di raggiungere la vittoria sportiva, che spiega bene la caratura, anche umana, del personaggio.
Nel 2008 arriva l’ingresso nella NHL, nelle fila di quei St. Louis Blues che ne detengono i diritti sportivi. Nei sette anni trascorsi a St. Louis, Oshie calcherà il ghiaccio con fenomeni del calibro di David Backes, Brad Boyes e Kevin Shattenkirk. Anni indimenticabili che contribuiranno a fare di T. J. una star dell’hockey statunitense e gli permetteranno di conquistare la maglia della nazionale USA. Nel 2015 il passaggio, via trade, ai Washington Capitals. La prima stagione nella capitale è indimenticabile: Oshie forma un’incredibile linea a tre con i compagni Alexander Ovechkin e Nicklas Backstrom e riesce a realizzare ben 51 punti nell’arco del campionato.
Gli anni successivi saranno anch’essi di grande livello, con la perla della stagione appena conclusa in cui i Capitals, anche grazie alle reti di T. J. , sono riusciti a conquistare la vetta della Metropolitan Division con lo score record di 55 vittorie e 19 sconfitte. Un risultato che ha confermato la bontà delle previsioni di BetStars che indicavano proprio i Capitals come forza principale della divisione e come favorita per la vittoria della Eastern Conference. Pronostici che probabilmente saranno confermati per la stagione 2017-2018, in cui la squadra di Washington potrà ancora contare sulle prestazioni sportive di Oshie. È infatti arrivato lo scorso 23 giugno il tanto atteso prolungamento di contratto che legherà il centro di Mount Vernon ai biancorossi per le prossime otto stagioni.
Memorabili le imprese con la Nazionale, con le Olimpiadi di Sochi del 2014 come fiore all’occhiello della carriera internazionale di Oshie. Membro del Team USA fin dai mondiali del 2006, T. J. trova il momento di gloria nell’appuntamento olimpico russo: sarà suo lo shootout decisivo che regalerà il successo per 3 a 2 in quella che è stata definita come “la madre di tutte le partite”, quell’USA – Russia valida per i gironi del torneo a cinque cerchi.