Enrico Dorigatti ha vinto 8 scudetti e tre medaglie con l’Italia: con lui abbiamo parlato a tutto tondo di nazionale, del movimento hockey in line e delle differenze fra presente e passato.
Su Bolzano: “Ammetto di aver pensato più volte a creare un club di roller in città”
di RICCARDO VALENTINI
Enrico Dorigatti è probabilmente il giocatore di hockey in line più titolato di tutta Italia. Nato nel 1979, ha vinto 8 scudetti (7 con i Vipers, 1 con Milano 24) e partecipato a ben 12 Mondiali con la nazionale italiana: con l’azzurro ha conquistato due argenti, uno ai Mondiali di Roccaraso nel 2011 e uno ai World Games di Cali solamente qualche mese fa. Sempre ai Mondiali, nel lontano 2004 conquistò anche un bronzo a London (Canada). Hockeyinlineitalia.it lo ha intervistato per voi.
Da quanto esattamente dura la carriera nell’hockey in line di Enrico Dorigatti?
“Giocai il mio primo campionato nel 1996 con i Bolzano Avalanche: all’epoca le stagioni del roller erano diverse, si iniziava ad aprile-maggio e si finiva a luglio, era più che altro un modo per i giocatori dell’hockey ghiaccio di tenersi in forma anche in estate. Con altri amici di Bolzano ci ritrovavamo presso la pista Zero, qui in città”.
Poi sono arrivate medaglie e scudetti a grappoli in questa lunga carriera. Nel palmares però mancano Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Champions League. Come mai?
“Sono tutte competizioni che si giocano in contemporanea con la stagione del ghiaccio e quindi non ho mai potuto partecipare”.
Tanti anni di militanza significano tanti ricordi. Quali sono quelli più belli?
“Ricordo con immenso piacere i primi scudetti con gli Asiago Vipers, era sempre una gran festa. Dopo qualche anno invece iniziammo ad ”abituarci” ma i festeggiamenti dei primi anni erano fantastici; anche l’argento di Roccaraso è stata una gran bella emozione”.
Quale è la prima differenza che le viene in mente fra l’hockey in line dei pionieri e quello di oggi?
“Sicuramente la struttura dei campionati, che è drasticamente cambiata, ed il fatto che oggi i giocatori frenino. Quando iniziaii io si giocava prevalentemente sul cemento e si facevano in pratica solo curve strette. Oggi, con altri superfici ed altri materiali, si frena molto di più: è aumentata la padronanza del pattinaggio”.
Alcune dei suoi colleghi hanno deciso di lasciare l’attività di ghiaccio e dedicarsi solo all’in line. Potremmo in futuro vedere anche Dorigatti solo sui roller?
“E’ una domanda alla quale non so rispondere: ho sempre detto che avrei continuato a giocare fino a che lo troverò divertente ma è anche inevitabile tenere in considerazione che crescendo gli impegni lavorativi aumentano. Per chi come me però è di Bolzano è anche difficile trovare squadre di in line: basti pensare che la più vicina è Asiago e sono 125 km di sola andata”.
E creare una squadra solo di in line a Bolzano? E’ un’ipotesi surreale?
“E’ un’idea che è nell’aria, ma non di prossima attuazione. Mi piacerebbe creare una tale realtà ma gli ostacoli più grandi sono rappresentati dalla mentalità tipicamente da hockey ghiaccio che c’è qui, unita al fatto che gli impianti sono pensati e costruiti per l’hockey ghiaccio, non per l’in line. Un domani però non escludo che una società solo di roller non possa nascere: ammetto di averci pensato più volte”.
Anche a livello di nazionale, non solo di club, ci sono stati negli anni numerosi cambiamenti. L’Italia ora fa paura e conquista medaglie con regolarità. Come mai?
“Sicuramente è aumentata la consapevolezza nei nostri mezzi: quest’anno al Mondiale non abbiamo fatto granchè ma quando ci siamo alleggeriti dalla pressione abbiamo giocato molto meglio, prendendo un argento prestigioso ai World Games”.
L’Italia ha ora anche una padronanza del sistema di gioco tipico dell’in line. E’ merito del ct Rela?
“Ho grande stima di Ciano ma non saprei dire quanto sia stato merito suo o quanto delle varie squadre di A1 che seguendo il modello vincente degli Asiago Vipers, abbiano fatto proprio il sistema di gioco. Rela ha sicuramente il grande merito di aver gestito molto bene il gruppo degli ultimi anni”.
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